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“In un mondo di fuggitivi, la persona che segue la direzione opposta, sembra che fugga via.”

T.S. Eliot

la mia esperienza in Brasile è stata accompagnata da questa frase. In effetti, chi parte sembra sempre che fugga da qualcosa, ma non è sempre così, credetemi. Chi parte, chi viaggia, lo fa per le ragioni più diverse, solo in alcuni casi è fuga, in tutti gli altri, c’è qualcosa di più profondo. Se guardi i profili dei viaggiatori (www.travelcounseling.it/risultati-test-viaggiatori/) ti renderei conto che ci sono motivazioni diverse che guidano ognuno di noi e ci portano a fare scelte che agli occhi di molti appaiono drastiche, ma che ci sembrano, in quel momento, il modo migliore per stare meglio.

allora io vi chiedo, fate un piccolo sforzo, cambiate prospettiva: è più fuggitivo chi parte e ricerca se stesso, (anche se per far ciò si allontana, per acquisire una visione più ampia), o chi vive la vita immobile, rimanendo fermo, sulla sommità delle cose, senza scegliere, senza esporsi? Se siamo in un mondo di fuggitivi, di deresponsabilizzati, di vuoto a perdere, di “tanto io non conto nulla”, “le cose le cambiano solo chi ha il potere” ecc, scappa chi parte o scappa chi resta? (dalla vita, intendo).

Alice B.